Lecce

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Adagiata su una pianura ai piedi dell’altopiano del Salento si trova Lecce – detta la "Firenze del sud" – una delle città più interessanti della regione per la sua fisionomia architettonica, tipicamente seicentesca. Lecce sa stupire e affascinare coloro che si addentrano tra le viuzze del centro storico . Le sue antichissime origini messapiche e i resti archeologici della dominazione romana si mescolano infatti alla ricchezza e all’esuberanza del barocco delle chiese e dei palazzi del centro.
Lo sviluppo architettonico e l’arricchimento decorativo delle facciate è stato particolarmente fecondo durante il Regno di Napoli (XVII sec.) ed ha caratterizzato il capoluogo pugliese durante questo periodo con un grande sviluppo nella costruzione di edifici, monumenti e palazzi signorili caratterizzati da una fastosa e ricca scenografia ornamentale e architettonica talmente originale che si meritò appunto la definizione di “barocco leccese”. Uno stile del tutto nuovo anche grazie all’utilizzo della pietra locale leccese, un tipo di materiale calcareo duttile e modellabile, facile da intarsiare e dai colori caldi e il fantasioso e minuzioso lavoro di scultura ne fu agevolato.
La caratteristica degli edifici barocchi di Lecce è la giocosità: cesti traboccanti frutta di ogni specie,composizioni floreali con fantasiose soluzioni geometriche, pattini che danzano e cantano in una coreografia di piacere.
Lecce non è solo barocco. Carta, paglia, stracci, colla e malta – questi i materiali poveri che hanno dato vita alla cartapesta leccese, con cui si sono modellati molte statue di Madonne e santi tra il XVII e XVIII secolo. Alcuni dicono che essi erano originariamente un umile passatempo dei barbieri, ma rimane il fatto che la raffinata arte di modellare la cartapesta guadagnò popolarità e numerosi laboratori d’artigianato furono creati. Questi produssero per le chiese della città santi dai volti e pose altamente espressivi che venivano  mostrati durante le processioni religiose. Oggi la lunga storia della produzione di cartapesta leccese è raccontata al Museo della Cartapesta, nel Castello di Carlo V.

Altro simbolo di Lecce e dell'intero Salento è il pasticciotto leccese, un dolce tradizionale semplice nella preparazione ma squisito nel gusto, farcito con crema pasticcera, a cui è possibile aggiungere delle deliziose amarene, e racchiuso da uno scrigno di pasta frolla. Il pasticciotto viene tipicamente consumato a Lecce per la colazione al posto della classica brioches, un dolce goloso dal profumo irresistibile che può essere gustato anche a merenda.

 

Piazza Duomo

Le vie del centro di Lecce sono un museo a cielo aperto. Ne è un esempio la splendida piazza del Duomo, che ospita il Duomo o Cattedrale di Maria SS. Assunta - con un campanile e due facciate, una molto sobria e l’altra riccamente decorata - il palazzo Vescovile, di epoca rinascimentale, col suo splendido loggiato, e il palazzo del Seminario, particolare per la facciata decorata a bugnato e il caratteristico chiostro interno. Piazza Duomo, un tempo utilizzata come cittadella fortificata è oggi considerata il “salotto” più elegante della città. La grandiosità del Duomo, opera di Zimbalo, Cino e Penna, l’alto campanile di cinque piani, il Palazzo Vescovile e il Palazzo del Seminario segnano il perimetro della piazza, una delle opere monumentali che meglio rappresenta la magnificenza dello stile leccese.

Piazza Sant'Oronzo

Poco distante Piazza Sant’Oronzo racchiude, nel suo perimetro, la storia della città. L’epoca romana è testimoniata dai resti dell’Anfiteatro che in estate diventa il palcoscenico d’eccezione per rappresentazioni teatrali e, in parte, dall’alta Colonna - sulla quale svetta la statua bronzea del santo raffigurato durante l’atto della benedizione - eretta nel Seicento utilizzando parte delle colonne romane posizionate sull’antica via Appia. Simbolo del periodo rinascimentale è il Palazzo del Seggio, noto come il “Sedile”, oggi sede di importanti esposizioni d’arte, e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, custode di interessanti affreschi e opere lignee.

Castello

Dietro la piazza troviamo il Castello di Carlo V, tipica costruzione difensiva che al rigore delle linee esterne contrappone, all’interno, lo stile curato e raffinato delle architetture signorili. Imponente e maestosa la "Porta Rudiae" è coronata, invece, dalle statue di Sant’Oronzo, di Sant’Irene e San Domenico, con due coppie di colonne posizionate ai lati dell’arco centrale, oltre il quale si trova la Chiesa del Rosario che colpisce lo sguardo per la fantasia artistica della sua grandiosa facciata.

Basilica di Santa Croce

La Basilica di Santa Croce, è dove l’estro dei maestri “scalpellini”, ha lasciato il segno nella monumentale facciata che anticipa la bellezza degli interni, un equilibrio armonioso tra la sobrietà del classico e la fastosità del barocco leccese. Proprio nella Basilica di Santa Croce, il barocco leccese prorompe in tutta la sua magnificenza. Qui la grandezza dei suoi architetti, la maestria dei suoi scalpellini, la duttilità della pietra leccese trova la sua massima espressione; è stato il più importante cantiere leccese tra Cinque e Seicento e ha visto l’avvicendarsi di tre generazioni di architetti e maestranze. Trionfo di fiori, frutti, foglie contorte, cherubini, figure allegoriche con al centro il grande rosone, la Basilica è proprio il manifesto del Barocco leccese,una vera e propria architettura parlante. La basilica fu iniziata già nel 1353, ma il suo mecenate, Gualtiero VI di Brienne morì tre anni dopo; i lavori ripresero solo nel 1549 grazie agli architetti Gabriele Riccardi, Giuseppe Zimbalo e Cesare Penna, tutti leccesi, e alla collaborazione di numerose maestranze di intagliatori e scalpellini. I lavori furono conclusi ben 150 anni dopo, nel 1695, a conferma di quanto il progetto fosse ambizioso; gli effetti del loro protrarsi sono evidenti nella ambiguità stilistica della facciata, cinquecentesca nella parte inferiore e secentesca in quella superiore.

Teatro Romano

Il teatro romano di Lecce fu casualmente scoperto nel 1929, durante alcuni lavori eseguiti nei giardini di due palazzi storici della città (palazzo D'Arpe e palazzo Romano). Strettamente legato all'anfiteatro romano, esso infatti è stato probabilmente voluto da Augusto il quale, non ancora imperatore trovò rifugio a Lupiae, antica Lecce e per sdebitarsi ordinò la costruzione di entrambi.

Chiesa di San Matteo

La chiesa di San Matteo è particolarmente importante nel panorama leccese per la sua facciata, che, con la linea curva del prospetto, in parte concavo, in parte convesso, si differenzia dai canoni del Barocco leccese, richiamando invece il barocco romano del Borromini ed in particolare la chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane. Progettista del tempio fu Achille Larducci, architetto proveniente dall’ambiente lombardo, al quale il vescovo Pappacoda commissionò la fabbrica che fu realizzata tra il 1667 e il 1700, nell’area di un preesistente convento di Terziare Francescane (XV secolo). Probabilmente i lavori furono ultimati da Giuseppe Zimbalo a causa della morte dell’architetto lombardo.

Porta di San Biagio

È una delle tre porte d'accesso al nucleo urbano. Costruito su un vecchio ingresso a Carlo V, fu ricostruito nel 1774 dal governatore Tommaso Ruffo, come testimonia l'iscrizione latina posta sopra. Coppie di colonne con aste lisce appoggiate su basi alte incorniciano l'arco, sul quale sono sovrapposte le braccia di Ferdinando IV di Borbone e quella della città di Lecce. Una statua di San Biagio in abito da vescovo completa la decorazione artistica della porta.